colonnine per le auto elettriche in Italia
ricaricare auto elettrica nel nostro paese conviene?
Qual’è la situazione delle colonnine per le auto elettriche in Italia?
gli ultimi dati sono incoraggianti, si può e si deve fare di più, ma la situazione è più rosea di quel che si credesse in precedenza.
I punti per la ricarica delle auto-elettriche in Italia, sono oltre 8.200; cifra che tiene in considerazione sia quelli privati sia quelli pubblici. Il numero preciso è difficile, anzi impossibile fornirlo perché l’ampliamento della rete è continuo, è anche vero che al momento solo il 20 per cento dell’infrastruttura di ricarica è di tipo veloce; inoltre, la distribuzione delle colonnine per le auto elettriche è fortemente polarizzata.
Quanto costa ricaricare in Italia?
Come si legge nello Smart Mobility Report 2019 (uno studio realizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano), il costo della ricarica in Italia oscilla fra 0,4 e 0,5 euro al kWh. La variabilità è legata alla componente “costi non energetici”, ovvero la parte influenzata dalla potenza di ricarica e dalla marginalità dell’operatore (quanto ci vuole guadagnare).
E quanto costa ricaricare la Opel Corsa-e
Applicando i numeri sopra esposti alla Opel Corsa-e, si ricava che per caricare l’80 per cento del suo pacco batteria si spendono fra i 16 e i 20 euro e si percorrono (in base al ciclo WLTP) circa 260 km; 330 km in totale.Il costo chilometrico è invece pari a 6,2 centesimi di euro. Il tempo di ricarica? Prendendo a riferimento sempre l’80 per cento della capacità massima, partendo dal 20 per cento, con una ricarica fast a 100 kW bastano 30 minuti. Ma a questo proposito è bene approfondire le modalità di ricarica della Corsa-e.
Fare il pieno di energia da 1,8 fino a 100 kW
Affinché l’auto elettrica sia una scelta davvero alla portata di tutti, è fondamentale che ricaricarla sia facile come fare il pieno di gasolio e di benzina. In tal senso Opel Corsa-e non lascia nulla al caso: su tutte le versioni c’è infatti l’occorrente per caricarla a partire dalla rete domestica con cavo normale, “modo 2”, a 1,8 kW, fino ad arrivare alla potenza di 100 kW, che permette di “guadagnare” 100 km d’autonomia in soli 12 minuti. In mezzo, un’ampia gamma di possibilità. C’è per esempio il cavo “modo 3” lungo fino a 6 metri (per ricaricare anche quando non sia possibile mettere l’auto accanto alla colonnina), che aggiunge 100 km di autonomia in 90 minuti. C’è poi il cavo universale, che combina il “modo 2”, il “modo 3” e lo standard del wallbox. Grazie a degli appositi adattatori, questo dispositivo permette di fare il pieno di energia alla Opel Corsa-e da tutte (o quasi) le prese domestiche e colonnine pubbliche oggi esistenti.
Smart mobility report 2019
Tornando a punti più generali, partiamo dall’analisi dell’infrastruttura pubblica. Lo Smart Mobility Report mette nero su bianco un altro numero fondamentale, il 51 per cento dei punti di ricarica è concentrato al Nord Italia (25 per cento al Centro, 24 per cento Sud e Isole), zona nella quale si trova il 53 per cento di quelli “fast”, contro il 31 del Centro e il 16 per cento di Sud e Isole. Più nel dettaglio, la “classifica” di presenza territoriale dei punti ricarica vede la Lombardia davanti a tutti, unica Regione che supera quota 1.000. Seguono Lazio, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia, tutte fra 500 e 1.000 punti di ricarica, mentre le altre Regioni non arrivano a 500.
Quante sono le auto elettriche circolanti?
il Trentino Alto-Adige è la regione con il più alto numero di BEV (elettriche pure) circolanti, ben 2.827.
Questione di proporzioni
Ovviamente, il rapporto fra punti di ricarica e BEV circolanti è fondamentale per capire qual è la probabilità di trovare una “piazzola” libera nel caso in cui si decida di convertirsi all’auto elettrica. Il già citato Trentino è la regione che, stando al coefficiente di cui sopra, se la passerebbe peggio: un punto di ricarica ogni 10 BEV. In alcune regioni, invece, è addirittura più alto il numero di colonnine rispetto a quello di BEV: è il caso per esempio di Piemonte, Puglia, Liguria, Abruzzo, Umbria, Basilicata, Molise.