Un aiuto per salvare Sono Motors dalla chiusura
Sion, per vedere la luce cercano fondi in rete
Volete sentirvi per qualche minuto come Gianni Agnelli? No, non dovete mettere l’orologio sul polsino, oppure andare a sciare in elicottero a Cortina. Per farlo non dovete fare altro che finanziare con qualche euro dei vostri risparmi la startup tedesca Sono Motors.
Purtroppo la startup tedesca non è ancora riuscita a raccogliere sul mercato i fondi necessari per avviare la produzione della Sion, un progetto inusuale per il settore automobilistico. La società di Monaco di Baviera punta a raccogliere 50 milioni di euro entro il 30 dicembre 2019 grazie al crowdfunding in rete.
La Sono Motors rischia di dover chiudere, l’idea era quella di produrre 260.000 esemplari della Sion in Svezia. Del resto, i fondatori Laurin Hahn e Jona Christians hanno ammesso le difficoltà nel trovare nuovi capitali perché “nelle trattative avanzate con numerosi partner potenziali è diventato sempre più evidente che la strategia aziendale di lungo termine di Sono Motors non poteva essere facilmente conciliata con gli interessi degli investitori tradizionali. La crescita aggressiva e i profitti rapidi sono difficili da conciliare con un concetto aziendale e automobilistico sostenibile, progettato per dare accesso a un’elettromobilità economica ed ecologica”, ha aggiunto Hahn, sottolineando le particolari difficoltà riscontrate in Germania: “Finanziare start-up, che hanno un modello di business ad alta intensità di capitale, con capitale di rischio non funziona in Germania, né nelle fasi iniziali né nella fase di crescita. Se avessimo fatto affidamento esclusivamente a misure di finanziamento tradizionali o sul mercato tedesco, la Sono Motors probabilmente non esisterebbe nella sua forma attuale”
La Sono Motors, dopo aver ottenuto finanziamenti da oltre 10.000 sostenitori che hanno prenotato la Sion e pagato la relativa caparra, punta ora a registrare almeno 2.000 ordini per raggiungere il suo obiettivo di raccolta fondi. Con il crowdfunding si potrà anche optare per altre forme di sostegno, come donazioni o prestiti a tassi concordati. I fondatori, a loro volta, hanno deciso di rinunciare a qualsiasi profitto personale preferendo trasferire gli eventuali utili futuri in un fondo comunitario oppure a chi ha già effettuato la prenotazione.