Una Fiat Ritmo da 130 cavalli, nel 2020 potrebbe rinascere dalle ceneri
0-100 in otto secondi, per uan velocità massima che sfiorava i 200 km/h
Le versioni sportive della Ritmo nacquero per rovinare la festa alla Golf GTI. Per farlo la Fiat si rivolse ad Abarth che mise a punto un vero gioiello. Difficile trovare una famiglia che non abbia posseduto una Fiat negli anni 80/90. Si parte dalla mitica 128, per poi passare alla Ritmo e successivamente alla Tipo.
Non pochi sperano in un rilancio di alcuni classici popolari e più di un designer ha provato ad immaginare come potrebbero essere le nuove generazioni. Un nuovo design aggiornato secondo canoni estetici contemporanei, rinfrescato da un appeal di nuovo millennio, capace di lasciare il segno.
La Ritmo ebbe un successo considerevole, tanto da meritare anche una declinazione cabrio. Non dimentichiamoci della celebre Abarth, sfidante italiana della Golf GTI e protagonista dei rally di fine anni ’70. Un simbolo di un’Italia a motore, tramontata ma sempre attuale.
Ecco dunque che Schermi ridà vita alla Ritmo, con un nuovo tridente che comprende anche ipotesi di Cabrio e Abarth. Indulgendo ma senza eccedere con la nostalgia e senza esagerare con gli effetti speciali. Mantenendosi fedele alla sobria filosofia della Ritmo, portata nel nuovo millennio.
Fiat Ritmo Abarth
Nel 1975 venne introdotta la nuova Golf GTI, auto destinata a fare epoca. Riuscì a catturare un gran pubblico, specialmente italiano. Non riusciva però a trovare nessuna valida controproposta (la Fiat in quel momento poteva massimo massimo proporvi una 127 70hp).
C’è poco da fare, la prima GTI era un gran ferro e nessuna Fiat poteva competere con quel mezzo.
Fu proprio per questo motivo che nacque l’idea della Ritmo Abarth. Sì perché quale macchina meglio della Fiat Ritmo, che fin dalla sua presentazione nel 1978 aveva ricevuto un gran consenso, poteva diventare una vera anti-Golf? Nel 1981, Fiat presentò la prima versione sportiva di questa bella automobile, la 105TC. Quest’ultima era dotata del collaudato bialbero (TC sta proprio per Twin Cam) da 1585cc capace di sprigionare 105 piccoli cavallini, sufficienti a spingere la leggera macchina a 180 orari con uno 0-100 in circa 10 secondi.
In quell’epoca non c’era lo stesso sentimento di “apatia” che oggi respiriamo, non solo la Fiat ma anche tutto il mondo dell’automobilismo era diverso: riviste, automobilisti e appassionati di auto. C’era più fermento, più “scimmia” e più voglia di macchine eccitanti ed emozionanti.
Dopo nemmeno un anno dalla 105, presentarono la prima Ritmo Abarth, la 125 TC. Un 2000 quattro cilindri in linea con alberi a camme e pistoni specifici per permettergli di raggiungere i 125CV. La macchina veniva assemblata, la prima nella storia Fiat con l’ausilio di robot, negli stabilimenti Fiat di Rivalta ma gli avantreni venivano consegnati da Abarth mentre il nuovo cambio arrivava dalla tedesca ZF.
La nuova Abarth Ritmo 125 TC vantava inoltre numerosi miglioramenti rispetto alla sorellina che la rendevano decisamente più sportiva e coinvolgente nella guida, la Ritmo era una buona macchina, fatta come si deve e che, a scanso di equivoci ve lo ricordiamo, fu la stessa piattaforma meccanica (aka il telaio) da cui partirono per progettare la ben più famosa Lancia Delta, Integrale compresa.
La 125 TC venne presentata nel 1982 ma nel 1983 la Ritmo, che era sul mercato già da 5 anni, venne aggiornata con un profondo restyling. Venne cambiato moltissimo dell’auto e le cambiarono faccia: personalmente preferisco di gran lunga la prima serie alla seconda, trovo che l’eliminazione degli avvolgenti paraurti le abbia fatto perdere un po’ del suo carattere, ma amen. L’aggiornamento coinvolse anche le versioni più incazzate della macchina e la 125 Abarth diventò 130 TC con l’add-on di una nuova accensione elettronica e di un carburatore a doppio corpo pronto per ingurgitare benzina in quantità con il conseguente incremento di potenza di 5 CV.
Con 130 cavalli la 130 TC è stato il top raggiunto dalla Ritmo nella sua personale sfida con la Golf che proprio nel 1983 usciva nella sua seconda versione (adesso scatta il contest “chi ha rubato la calandra a chi”). Con un aspetto da “ti spiezo in du” questa macchina è una vera perla di ignoranza e una potente espressione di quegli ultimi anni prima dell’avvento del turbo e delle piccole bombe a mano che son venute dopo di lei. Se si pensa alla Uno turbo, ad esempio, non si può infatti notare in questa Ritmo una certa “classe” che da lì a pochi anni verrà spazzata via dalla tamarraggine e dagli stickers TURBO sulle portiere.
Cosa ci riserva il futuro della Fiat Ritmo?
In rete circolano delle immagini per un probabile prototipo della Fiat, una versione modernizzata della piccola Ritmo, che mantiene una livrea dagli evidenti segni distintivi del modello tanto amato dagli Italiani. Non rimane che attendere il 2020! Poi, se prodotta in serie, vi faremo sapere il canone per un vantaggioso noleggio a lungo termine.