biometano, risparmio e inquino meno
Basta inquinare, come fare?
Il biometano è al momento il carburante più sostenibile in assoluto sul mercato, unisce riduzione delle emissioni inquinanti e circolarità delle risorse. Per ora sono pochi i distributori in Italia, ma un decreto del Ministero dello sviluppo economico ne sta incentivando la diffusione anche in Italia
La soluzione all’inquinamento potrebbe rispondere al nome di biometano, fonte di energia rinnovabile che si ottiene dalle biomasse agricole (come scarti agricoli e deiezioni animali), scarti agroindustriali oppure dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani. Ma il biometano non è solo in grado di promuove la circolarità delle risorse: in termini di emissioni dirette di CO2, esso emette il 20 per cento in meno rispetto alla benzina e il 5 per cento in meno rispetto al gasolio
La diffusione dei distributori di biometano
Il biometano è dunque considerato una risorsa utile al processo di decarbonizzazione, considerando che il settore agricolo e quello dei trasporti sono due tra i maggiori produttori in termini di emissioni climalteranti. Secondo i dati raccolti dal Consorzio italiano biogas, il biometano può soddisfare fino al 15 per cento della domanda di gas entro il 2030, abbattendo di un 7 per cento le emissioni generali in Italia.
La rete di metano destinato al trasporto conta oggi 1.250 impianti sparsi su territorio italiano ma solo 11 erogano biometano. L’ultimo di questi è stato inaugurato nel mese di settembre ad Alba, in provincia di Cuneo, il primo in Piemonte. Le altre pompe di rifornimento sono sparse tra Lombardia (3), Emilia-Romagna (4) e Campania (3).
La corsa al biometano è indicata dal decreto incentivi del Ministero dello sviluppo economico, che recita: “l’Italia […] che ha già raggiunto gli obiettivi minimi richiesti dall’Unione europea al 2020 in materia di fonti rinnovabili complessive e di quelle elettriche, è in ritardo per il target di fonti rinnovabili nel settore dei trasporti […] pertanto […] occorre dare priorità al biometano da impiegare nel settore dei trasporti”.
In ottica di questo sviluppo alle porte di Milano si sta costruendo un vero e proprio polo dedicato al biometano. Il Gruppo Cap, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, insieme alla società Core Spa (Consorzio recupero energetici), ha dato vita a un percorso di realizzazione per una biopiattaforma: le due società hanno cioè progettato la creazione di un polo innovativo dedicato all’energia circolare, che ha come obiettivo quello di trasformare il termovalorizzatore esistente a Sesto San Giovanni – insieme al depuratore attiguo – in una struttura all’avanguardia per il trattamento dei fanghi di depurazione e la produzione di biometano da forsu. Una vera e propria ‘bioraffineria’ verde, sostengono i proponenti, che produrrà biometano, calore e dove si produrranno compost, bioplastiche e fertilizzanti naturali. La disponibilità di acqua depurata, oltre a essere rimmessa pulita nel vicino Lambro, consentirebbe l’irrigazione delle aree verdi limitrofe, tra cui i parchi del quartiere Adriano nel comune di Milano.
Ispirandosi al modello del debàt public francese, i due stakeholders hanno inaugurato un percorso partecipativo dedicato alla cittadinanza: attraverso cinque incontri, i soggetti proponenti mirano a raccogliere i contributi e ascoltare le istanze di associazioni del territorio, enti locali vicini e comitati dei comuni di Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Pioltello, Cormano e Segrate. Ad accompagnare cittadini e comuni in questo percorso di coprogettazione è il Nimby Forum, think thank e database nazionale sul fenomeno delle contestazioni territoriali ambientali. Tra le istanze già pervenute, e che verranno inserite nel progetto, vi sono il monitoraggio dei dati ambientali, un laboratorio di partecipazione per definire le compensazioni e l’istituzione dei comitati consultivi dei cittadini.