Bonus ambientale mobilità, la svolta per il green
Cosa comporterà il nuovo bonus malus ambientale?
Il concetto (per quello che si è capito ) è quello di:
PIÚ INQUINI, PIÚ PAGHI
Se fosse realmente così, altra tegola sul “ceto” sociale più debole, che magari (non per scelta) non può rinnovare il parco macchine (mancanza di soldi) ed è costretto a viaggiare con una vecchia utilitaria inquinante. Questo emendamento sarà esteso alle tasse di possesso degli autoveicoli degli italiani.
Bonus malus ambientale, firmato a Torino
Il protocollo «Aria Pulita», è stato firmato a Torino dal premier Giuseppe Conte con sei ministri (Ambiente, Economia, Sviluppo economico, Infrastrutture e trasporti, Politiche agricole, Salute), insieme a Regioni e Province autonome.
Oltre all’eco-tassa, la bozza prevede una serie di provvedimenti necessari a rispondere a due diverse procedure d’infrazione arrivate dall’Unione Europea, relative a sforamenti sulle emissioni di biossido di azoto e particolato.
Una sola missione: “disincentivo all’uso di veicoli ad alte emissioni inquinanti“, una misura in qualche modo anticipata dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che in audizione alla commissione Ambiente alla Camera aveva citato l’impegno del ministero dell’Economia a elaborare una proposta legislativa per individuare criteri “bonus malus”» nelle tariffe del bollo auto.
La tassa di possesso potrebbe diventare una sorta di bollo “sul consumo”, basato cioè sui consumi di combustibile, proporzionali alle emissioni di CO2.
Ma tale proposta andrebbe comunque valutata con la giusta attenzione:basarsi, infatti, sull’unico dato della CO2 per valutare il tasso di inquinamento di un veicolo significherebbe non considerare altri elementi emissivi, come particolato e il biosssido di azoto.
Altro elemento da considerare riguarda il modello “pay 4 use“, di recente introdotto in Olanda, che consiste nel pagare in base all’effettivo utilizzo del veicolo e non più, come avviene in Italia, basandosi sui dati di potenza della vettura e classe ambientale.
Una soluzione, quest’ultima, adottata più di dieci anni fa e che inizia a mostrare i suoi limiti: per esempio, pone allo stesso livello una moderna Euro6 a gasolio con modelli Euro4 con diversi anni di anzianità.